Edward Hopper a Roma.

Una domenica mattina di febbraio, a Roma. Nuvole grigie, strade bagnate, il volo basso dei gabbiani sui fori, il vento, le polo rosse dei tifosi gallesi per il 6 nazioni.

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La mia città  questa mattina sembrava essersi preparata per fargli da cornice, volutamente colorata di grigio a far da contrasto alla luce densa, maestosa presenza dei suoi quadri.

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(Self portrait, 1906)

Forse non sono troppo umano”, diceva di sé, “ ma il mio scopo è stato semplicemente quello di dipingere la luce del sole sulla parete di una casa”.

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(Second story sunlight, 1960)

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(South Carolina morning, 1955)

Edward Hopper dipinge stati d’animo. “Non dipingo quello che vedo, ma quello che provo.”

Se potessimo esprimerlo a parole, non ci sarebbe motivo per dipingere.

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(Soir Bleu, 1914)

Dà forma all’introspezione, alla riflessione, al silenzio, alla solitudine. Una solitudine però non vuota, non triste, ma piena di significato, di attese.

Guardando i suoi quadri ci si immerge nel silenzio, col fiato sospeso, come se si stesse aspettando qualcosa o qualcuno, un evento, un dialogo, una parola. “Cosa succederà?” Una domanda senza risposta, se non la nostra, personalissima, frutto di quello che abbiamo dentro, nei nostri pensieri, nell’anima. Nei quadri di Hopper ognuno di  noi può trovare sé stesso, le proprie risposte oppure semplicemente perdersi in una calma silenziosa guardando nel vuoto senza alcuna fretta di guardare altrove, di guardare oltre.

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(Lighthouse hill, 1927)

Il tempo si ferma, i protagonisti del quadro siamo noi, almeno  per un po’.

Amo Edward Hopper…si capisce?

Buona domenica!

Arianna

20 pensieri su “Edward Hopper a Roma.

  1. arianna cara
    amo hopper e mi spiace essermi persa la mostra sua a bologna un anno fa:((((( mi piace come indaga nella solitudine e alienazione degli uomini, contemporaneo sempre…
    roma è un po lontanino per me uffa (essendo di verona) quindi perderò anche questa….
    complimenti per le foto della città eterna, mi hai fatto viaggiare per un attimo…
    buona domenica
    daniela

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  2. Belle sensazioni ammirando i sui quadri. Ti permette di entrare in un’epoca diversa, di far parte della vita degli altri. Le loro case, i loro bar.
    L’ho ammirato a Milano parecchi anni fa e a Bologna l’anno scorso.
    Potevate anche voi farvi la foto sul balconcino della casa tra le due donne?
    Io ne ho fatte un paio, molto simpatica l’idea!
    Rivedrei molto volentieri questa mostra, ma Roma è lontana.
    Grazie per il post, in qualche modo così, ci sono andata anch’io!

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